Noi Masciarelli, come attesta un certificato della Camera di Commercio, già nel 1867, eravamo “pastieri” a San Martino sulla Marrucina, prima di trasferirci nel 1913 a Pratola Peligna. Dopo 38 anni di produzione nel vecchio pastificio ubicato al centro del paese, ci siamo trasferiti nel nuovo e più accogliente laboratorio dove locali e i macchinari sono a norma, ma dove si respira sempre un’aria carica di bontà e tradizioni antiche. Produciamo la pasta con le stesse tecniche dei nostri antenati: abbiamo conservato intatta la tradizione con cui controlliamo il nostro prodotto dalle prime fasi di lavorazione fino alla vendita. Scegliamo semole speciali, ad alto contenuto di glutine e proteine, creiamo l’impasto con le migliori acque del Parco Nazionale della Majella.
Mirando esclusivamente alla qualità del prodotto produciamo quantità limitate con trafile circolari in bronzo ed adottiamo una lunga essiccazione di 36 – 48 ore, utilizzando temperature bassissime che dai 40° ai 45°. Tutto questo per garantirvi l’invariabilità delle qualità organolettiche della semola, e per farvi assaporare il vero gusto di una pasta artigianale caratterizzata dalla sua tipica ruvidità e rugosità. E’ l’amore per questo vecchio mestiere l’eredità che ci hanno lasciato i nostri nonni ricordandoci ogni giorno che il nostro non è un lavoro ma una piccola arte. E come artisti, tramite la nostra opera, la pasta, vogliamo tramandarvi eternamente quegli antichi odori e sapori particolari che rendono unica la nostra Terra.
Rispetto per i dettagli fondamentali della lavorazione tradizionale, tante attenzioni, ma anche piccole imperfezioni – che testimoniano il tocco originale dei maestri artigiani – fanno della pasta Masciarelli un prodotto unico, riconosciuto per qualità e bontà.
Intorno al 1860 arriva in Abruzzo il ferro acciaioso. I Martinesi lo utilizzano subito per migliorare i loro famosi setacci, destinati alla raffinazione della
polvere da sparo e alla vendita. Proprio in quel periodo, a cavallo dell’Unità d’Italia, viene fondato il Pastificio Masciarelli. Raffaele, il primo pastiere della famiglia, per tagliare velocemente e senza fatica la pasta, ha utilizzato un setaccio quadrato a corde larghe di filo acciaioso – creato da lui o da un suo concittadino – dando vita all’odierna chitarra da pasta, che aveva proprio a San Martino il maggior centro di produzione sino a fine ‘800. In pochi anni questo strumento (chiamato anche “carrature” o “maccaronaio”) diventa famosissimo e si diffonde in tutto l’Abruzzo e poi ovunque in Italia.